Scienza e Crimine.
Applicazione delle analisi chimiche e biochimiche alle investigazioni sulla scena del crimine. Negli ultimi decenni il legame tra le indagini forensi e le discipline scientifiche, come la Chimica e la Biologia, si è enormemente rafforzato. I contributi scientifici disponibili agli investigatori consentono la caratterizzazione dettagliata della scena del crimine fino all’identificazione di un possibile sospetto partendo da tracce presenti in quantità infinitesimali.
L’esperienza è incentrata sul risolvere un delitto immaginario partendo dall’osservazione della scena del crimine, seguita poi dalla repertazione dei tracce chimiche e biologiche presenti e la loro successiva analisi. I reperti consentiranno di identificare la presenza di DNA e fluidi biologici (sangue etc.) e di droghe, polvere da sparo, etc che verranno opportunamente analizzati per risalire alla loro natura.
Fasi di Svolgimento: 1. Repertazione: I partecipanti come dei veri agenti di polizia scientifica indosseranno camice, guanti, mascherina e raccoglieranno tutti i reperti presenti sulla scena del crimine. 2. Estrazione e DNA fingerprinting: Il DNA estratto verrà idrolizzato simulando l’uso di enzimi di restrizione, e sarà mostrato il processo di elettroforesi su gel di agarosio, e la colorazione delle bande. 3. Analisi di campioni mediante spettrometria di massa: Sarà mostrata una analisi al GC-MS di campioni di “”droghe””. Sarà simulata l’idrolisi del fluido biologico seguita dall’identificazione delle proteine presenti mediante analisi avanzate di spettrometria di massa.
PUBBLICO DESTINATARIO :
scuola dell’infanzia – scuola primaria – scuola secondaria I e II grado
famiglie con bambini
Acura di:
Andrea Carpentieri, Dipartimento di Scienze Chimiche Università degli studi di Napoli Federico II
Angela Di Somma, Dipartimento di Scienze Chimiche Università degli studi di Napoli Federico II
Carolina Canè, Dipartimento di Scienze Chimiche Università degli studi di Napoli Federico II
Lidia Tammaro, Dipartimento di Scienze Chimiche Università degli studi di Napoli Federico II
Marco Morelli, Dipartimento di Scienze Chimiche Università degli studi di Napoli Federico II